L’accessibilità è un’esigenza sempre più rilevante in tutti i campi dell’esperienza quotidiana e le innovazioni tecnologiche si stanno sviluppando per permettere a chiunque di vivere nel modo qualitativamente migliore ogni servizio e attività, anche ricreativa.
A questo proposito negli ultimi anni sta aumentando sempre di più l’offerta di applicazioni per smartphone per ottimizzare l’esperienza multimediale di chi ha disabilità di tipo sensoriale/audiovisiva.
Come fare in modo che un film sia davvero per tutti
L’ultima novità arriva da Disney Pixar che, in occasione del nuovo lungometraggio animato “Alla ricerca di Dory”, ha implementato l’applicazione Disney Movies Anywhere, un servizio gratuito che consente di vedere i film da ogni dispositivo in ogni momento, fornendo informazioni aggiuntive e contenuti esclusivi.
Dopo anni di studio e test di screening con gli utenti, è stata messa a punto una tecnologia che dà la possibilità anche ai non vedenti di seguire i film al cinema.
Si tratta di un’importante innovazione per l’accessibilità della fruizione cinematografica: l’applicazione, scaricabile nel proprio iPhone o iPad, si sincronizza all’audio del film e, tramite gli auricolari, gli utenti possono ascoltare la narrazione vocale di quello che accade anche durante le scene senza dialoghi. Questo dà la possibilità a tutti di tenere il passo con la trama senza perdersi nulla.
Per il momento limitata al pubblico degli Stati Uniti e solo per i dispositivi iOS, ci si augura che presto si diffonda anche nel resto del mondo.
Disney Pixar, d’altra parte, è sempre al passo con l’innovazione senza perdere mai di vista l’obiettivo finale: emozionare lo spettatore. Con quest’applicazione dimostra ancora una volta di avere un’accortezza che si rispecchia nei valori che trasmettono i loro film.
Alla ricerca di Dory: di cosa parla, e come è andata in America
Veniamo dunque alla novità di quest’anno, “Alla ricerca di Dory”, che ha debuttato in America lo scorso giugno salendo subito al primo posto del box-office.
Rispetto al film “Alla ricerca di Nemo”, qui la situazione si ribalta e ora la protagonista è Dory, la pesciolina smemorata che aveva accompagnato Marlin, il padre di Nemo, nelle sue peripezie nell’oceano per ritrovare il piccolo pesce pagliaccio dalla pinna atrofica.
In questo sequel si raccontano le vicende di Dory a un anno di distanza da quell’avventura, a partire da quando, all’improvviso, nella sua mente riemergono confusi flashback della sua infanzia e si ricorda di aver avuto una famiglia che decide di andare a cercare.
Con i suoi vecchi amici a seguito, la pesciolina s’imbatte in un viaggio nelle correnti oceaniche fino alla California, dove pensa che si trovino i suoi genitori. Una volta qui però si ritrova nel Parco Oceanografico, un acquario e centro di riabilitazione, in compagnia di bizzarri personaggi: Hank, un polpo scontroso per via di un trauma subito in passato in cui perse un tentacolo; Bailey, un beluga convinto che il suo sonar di eco-localizzazione sia difettoso; e Destiny, uno squalo balena miope, lo stesso che insegnò il balenese a Dory quando era piccola.
In questo percorso alla ricerca della famiglia, Dory scopre che la sua diversità e quella di ogni personaggio può diventare una caratteristica fondamentale per superare i propri limiti e raggiungere con successo ogni obiettivo, tema più che mai attuale in questi giorni in cui si stanno svolgendo le Paralimpiadi, uno degli esempi più concreti che dimostrano quanto la disabilità fisica non sia un ostacolo.
In Italia il film “Alla ricerca di Dory” è uscito nelle sale il 15 settembre, ed è l’occasione imperdibile per vedere anche il dolcissimo cortometraggio Piper.