Aria di primavera, aria di nuovo!

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Ogni stagione gode di colori, profumi, cibi e consuetudini che la rendono unica.
Estate fa rima con vacanze, caldo, gelato, abiti leggeri, serate sotto le stelle, spiaggia, abbronzatura. Inverno è neve, sciarpe e cappotti, lana, caminetti, cene casalinghe, natale e cioccolata calda. Autunno sa di castagne, vento e foglie colorate, zucche intagliate e ritorni a scuola.
La stagione che forse segna il cambiamento più profondo è la primavera: con ancora il sopore invernale addosso, ci si trova di fronte ad un albero di pesco sbocciato, alle prime margherite dei pezzi di prati cittadini, ad asparagi precoci e vetrine allestite con cesti di fiori e colori pastello.

Sembra non stupire nessuno il fatto che la primavera sia, per la maggior parte di persone, la propria stagione preferita. Un fattore che sicuramente incide nella psiche umana è l’elemento rinascita: è in primavera che ci si risveglia dal buio invernale e che, mentre la natura sboccia, abbiamo la possibilità di ri-sbocciare un po’ anche noi.

Nell’aria c’è voglia di nuovo e rinnovo, di cambiamento e riorganizzazione, di festa e occasioni per stare insieme: non è un caso se in questa stagione si concentrano le attività di pulizia.
Le famose “pulizie di primavera”, il cambio degli armadi, la selezione degli oggetti inutili, il riordino delle scarpiere e degli scaffali della libreria, la pulizia della macchina e/o del garage.

Una lettura recente, “Il magico potere del riordino”, ha fatto sì che quest’anno ponessi particolare attenzione al tema “pulizie e riordino primaverili”.
il magico potere del riordino
Nel libro la giapponese Marie Kondo rivela un metodo capace di garantire l’ordine e l’organizzazione degli spazi domestici. Ma non solo: nella filosofia zen infatti il riordino fisico produce incommensurabili vantaggi spirituali, aumentando la fiducia in se stessi, liberando la mente, sollevando dall’attaccamento al passato, valorizzando le cose preziose, inducendo a evitare gli acquisti inutili. Rimanere nel caos invece significa voler allontanare il momento dell’introspezione e della conoscenza.

Ispirata dall’indole giapponese e oberata dall’infinità di oggetti più o meno inutili che mi circondano, quest’anno l’intento è di seguire (senza fanatismi) i consigli della guru dell’ordine.

Disordine

Siamo senza dubbio accumulatori seriali di oggetti di ogni tipo, ma il “must” della nostra epoca cosiddetta digitale è l’accumulo di prodotti provenienti dal digitale: telefonini vecchi, magari ancora funzionanti (ricordiamoci l’indistruttibile Nokia 3310) ma privi delle funzionalità ormai considerate essenziali, caricatori di telefoni abbandonati, cavi di ogni tipo, vecchi lettori cd o mp3, chiavette usb dalle forme talmente imbarazzanti da vergognarsi a portarsele in giro.

Secondo Marie Kondo il processo di riordino è semplice: per prima cosa, afferma, “buttate ciò che non serve”. Dunque basterebbe liberarsi da tutti gli oggetti tecnologici accumulati nel tempo.

Ma, nella realtà dei fatti, siamo tutti consapevoli che, se possiamo liberarci a cuor leggero di vecchi telefonini, caricatori ancestrali e chiavette imbarazzanti, non possiamo non avere almeno:

  • un telefonino funzionante, meglio se smartphone;
  • il caricatore adeguato;
  • una o più chiavette usb da tenere sempre con noi e che, oltre a svolgere la funzione di contenitore digitale, siano belle da guardare e rappresentanti della nostra personalità;
  • un caricatore del telefono portatile, il cosiddetto power bank, meglio se bello esteticamente.

Per gli ultimi due punti, chiavette e power bank, non possiamo che rivolgerci ai prodotti Tribe: chiavette usb e power bank risultano talmente curati e divertenti che la guru giapponese farebbe bene a chiudere un occhio!

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Agnese Zanetti

 

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