Secondo il report di Akamai sullo stato di internet nel 2015, l’Italia in quanto a connettività è al 52° posto nel mondo, con una velocità media di 6.5 Mbps. A livello globale si è raggiunto un picco di velocità di connessione media di 32,5 Mbps. In Europa è prima la Romania, con un picco di 72,1 Mbps, mentre l’Italia in questa classifica è penultima in Europa, con un picco di 30,2 Mbps (il dato, almeno, è in crescita del 12% rispetto al 2014).
Per quanto riguarda la diffusione della banda larga, l’Italia è al 53° posto, con il 71% dei cittadini raggiunti (+18% rispetto al 2014). Queste percentuali arrivano al 95% e al 94% in Paesi come Olanda e Danimarca, giusto per fare un confronto veloce, e all’87% in Germania e Regno Unito.
Un’altra statistica, proveniente da IBTimes, ci dice che solo il 22,3% della popolazione italiana è raggiunta dalla banda ultralarga (per cui si intende una connessione a 30 Mbps), a fronte di una media europea del 64%.
Dati sconfortanti, eppure nel resto del mondo sono già letteralmente nel futuro. O almeno lo stanno sperimentando.
Le sperimentazioni sulla connettività di Google e Facebook
Google, infatti, sta sperimentando dei droni ad energia solare nello Spaceport America in New Mexico, con lo scopo di diffondere una connessione a internet velocissima, a banda “larghissima”.
Il progetto “segreto” si chiamerebbe Skybender, e ne ha parlato per la prima volta il Guardian a fine gennaio (ripreso da Il Sole 24 Ore). Google sta utilizzando 15000 ettari di territorio desertico in un mega hangar di proprietà di Virgin Galactic, in affitto a 1000 dollari al giorno, e ha installato un centro di controllo separatamente rispetto al terminale originario.
La tecnologia che sta testando è quella delle onde millimetriche, che per molti esperti del settore rappresentano il futuro della trasmissione dati, verso il 5G. Non esente da limitazioni, questo progetto molto complesso continuerà fino a luglio 2016.
D’altronde Google non è l’unico player del settore che sta sperimentando l’implementazione della connettività a banda larghissima: anche Facebook, con il progetto Aquila, che si tramuta poi nel progetto di Internet.org, ha lo scopo di consentire la connettività alle fasce della popolazione non raggiunte da una connessione a internet. Un piano ambizioso, che prevede il lancio di 10.000 droni per creare degli hot spot.
Questo è un tipo di drone “Aquila”, che può trasmettere il segnale in Wi-Fi via laser ad un’antenna come questa qui sotto, posizionata sul tetto di un’organizzazione non-profit in Sud Africa:
Il drone di Facebook sarà in grado di volare per tre mesi continuativi (grazie alla presenza di pannelli solari) tra i 18mila metri e i 27mila metri, al di sopra quindi delle rotte commerciali ed evitando così problemi legati al meteo.
Il progetto di Google Skybender è ancora “segreto”, nel senso che da Mountain View non sono arrivate conferme (ma nemmeno smentite), però il modo in cui si stanno muovendo le due più grandi società di tecnologia ci dà delle indicazioni chiare: sulla trasmissione di segnale senza fili stanno scommettendo parecchio.
Riccardo Coni