Una passione per un film, una serie TV o un fumetto spesso possono sfociare in qualcosa di molto vicino alla “mania”. Non a caso si dice di essere fan di Game of Thrones o di Superman, e la parola “fan” ha chiaramente la stessa radice di “fanatismo” (sebbene la connotazione sia ovviamente ironica!), che a livello etimologico deriva dal latino fas, a significare un’azione di tipo religioso. E pensiamoci, il nostro interesse per una serie TV o una saga di film, a volte, non ha qualcosa di religioso?
La sera ci mettiamo a guardare le nostre serie TV su Netflix, e di giorno nei momenti liberi ci documentiamo sui nostri personaggi preferiti (facendo sempre attenzione agli spoiler), andiamo a cercare su internet gadget per comunicare la nostra passione anche all’esterno, oppure veniamo attirati di sfuggita dalla testolina di un Minion vicino alla cassa di un Autogrill.
Il collezionismo è una delle forme con cui una persona manifesta il proprio hobby nei confronti di qualcosa. È un’attività intrinsecamente materica, perché consiste nella raccolta di oggetti. I casi più classici che vi verranno in mente sono quelli dei francobolli, delle monete storiche, delle schede telefoniche, delle sorprese Kinder, delle figurine, ma anche di molto altro, come locandine cinematografiche, stampe e targhe, giornali, dischi, lattine di Coca-Cola e prodotti di modellismo.
Perché le persone tendono a volere collezionare qualcosa? Si tratta di preservare pezzi della memoria collettiva, che testimoniano una particolare fase storica, oppure una specifica curiosità relativa a qualcosa che era in voga in un particolare momento. Pensateci bene: alla fine un museo non è un insieme di pezzi da collezione? Tematico, concepito ora in maniera diversa, ma sicuramente lo è.
Qual è la storia dei pezzi da collezione? Al di là delle collezioni numismatiche o filateliche, divenute nel tempo delle branche a sé, i collectables sono degli strumenti di marketing per aumentare la fidelizzazione nei confronti di qualcosa. Pensate ad ogni esempio che vi viene in mente: i Kinder Sorpresa puntano alla collezione di una serie di personaggi, le figurine di un album vengono acquistate finché non si completa un album, e così via.
Storicamente, i primi pezzi da collezione sono stati prodotti come incentivo per comprare la stessa marca dei pacchetti di sigarette: è il caso delle cigarette cards, delle carte che venivano impresse sui pacchetti di sigarette e servivano a irrigidirli, raffiguranti personaggi sportivi, dello spettacolo o della storia. Questo qui sotto, ad esempio, disegnato dalla American Tobacco Company e uscito tra il 1909 e il 1911, ora vale 2 milioni di dollari:
Ma torniamo ad altri esempi più vicini a noi. Esistono tre tipi di pezzi da collezione (collectables o collectibles in inglese):
- Pezzi creati per essere collezionati: si tratta di oggetti prodotti specificatamente per essere collezionati dalle persone. Un esempio sono tutte le limited edition o deluxe edition di prodotti delle specie più diverse.
- Pezzi da collezione in commercio: spesso basati su licenze di proprietà intellettuale concesse da case cinematografiche, discografiche, televisive, o altro, sono prodotti che vengono creati appositamente per aumentare le vendite di un particolare prodotto e renderlo “collezionabile”.
- Pezzi da collezione che rappresentano un investimento: la rarità di un oggetto ne aumenta il suo valore intrinseco, e anche estrinseco, cioè ne aumenta il prezzo. Basti vedere all’esempio di sopra sulla carta del giocatore di baseball!
Ma non è solo questione di Minions, ovviamente: è l’oggetto in sé che è espressione del proprio “fanatismo”. E che si tratti di una lista di gadget di Game of Thrones o solo delle nostre chiavette USB, speriamo che i nostri personaggi entrino nelle vostre vite per portarvi sollievo, rassicurazione e… perché no? Per unire la tecnologia al divertimento.