Prima degli anni Cinquanta non esistevano i parchi a tema come li conosciamo oggi. Il merito di aver creato il primo parco pensato e progettato come un mondo magico parallelo è della mente visionaria di Walt Disney, che ha saputo costruire una realtà da un’idea immaginaria. Dalla sua nascita in California nel 1955, Disneyland Park, o più comunemente Disneyland, è diventato il modello di riferimento per tutti i successivi parchi divertimento.
I parchi divertimento prima di Disneyland
Già nell’800 in America c’erano i trolley park, così chiamati perché posti alla fine delle linee ferroviarie dalle compagnie stesse, per intrattenere i passeggeri durante il weekend. Queste aree ricreative inizialmente erano composte di sale da ballo e gazebo, ma un po’ alla volta vennero introdotte attrazioni quali giostre, caroselli e le prime montagne russe.
In seguito, i parchi di questo tipo furono chiamati luna park, dal nome del primo grande parco meccanico inaugurato nel 1903 a Coney Island. Non più situati solo nei pressi delle stazioni, ma diffusi in diverse parti della città, i luna park sono ancora oggi delle aree a ingresso libero, dove si pagano le singole attrazioni.
All’epoca, però, i parchi divertimento erano noti anche per essere luoghi sporchi e poco sicuri per i bambini perché spesso erano presi d’assalto da bande criminali.
L’idea di un parco divertimenti come luogo fantastico da esplorare nacque alla fine degli anni Trenta quando Walt Disney ebbe una visione: un posto sicuro in cui portare le sue figlie a giocare e al tempo stesso imparare, dove incontrare i personaggi dei cartoni animati e vivere delle avventure come protagoniste di storie del passato, del futuro o della fantasia. Nella sua testa cominciò a prendere forma l’immagine di un parco divertimenti che non fosse solo un contenitore di attrazioni, ma un vero e proprio universo immaginario trasportato nella realtà, dove genitori e figli potessero vivere un’esperienza senza precedenti e divertirsi insieme.
Da quel momento cominciò a sviluppare e progettare la sua idea, che col tempo diventava sempre più elaborata e grandiosa.
Dal sogno…
Disney sapeva che per realizzare il suo sogno aveva bisogno di persone competenti e di tecnologia all’avanguardia: così fondò la WED Enterprises (oggi Imagineering), un team composto dai migliori operatori e creativi del suo studio. Il suo obiettivo era servirsi della migliore tecnologia per raccontare storie convincenti e far immergere le persone in un mondo straordinario ma verosimile.
Si rese conto presto che avrebbe avuto bisogno di uno spazio enorme, che potesse contenere i paesaggi, i fiumi, gli edifici e le attrazioni che aveva immaginato, e finalmente nel 1953 trovò il luogo adatto: un aranceto di 730mila metri quadri ad Anaheim, fuori Los Angeles, punto strategico perché nei pressi dell’autostrada Santa Ana e facilmente raggiungibile.
Sapeva anche che doveva trovare finanziamenti importanti, cosa non facile per un progetto così innovativo, come disse lo stesso Disney:
“Non avrei mai potuto convincere i finanziatori che Disneyland era fattibile, perché i sogni offrono troppo poca garanzia.”
Nonostante le difficoltà, decise di rivolgersi alla televisione. Fra tutte e tre le maggiori reti cui propose il suo progetto, solo la ABC accettò una collaborazione: Disney avrebbe prodotto un programma settimanale e in cambio la rete avrebbe investito 500mila dollari per la creazione del suo parco divertimenti e trattenuto circa il 34% dell’impresa.
Disney colse l’opportunità per produrre una serie tv che sì, intrattenesse gli spettatori, ma che al tempo stesso illustrasse la sua idea. Approfittò, infatti, di quello spazio per raccontare il progresso del suo progetto durante i vari episodi, regalando anteprime e creando sempre più aspettativa nel pubblico. La chiamò Disneyland, nome che avrebbe poi dato al parco stesso.
Disney, inoltre, si rivolse alle maggiori aziende di beni di consumo, convincendole a sponsorizzare il parco grazie al fatto che il pubblico in questo modo avrebbe identificato il loro prodotto con un’esperienza positiva e divertente.
Grazie alle sue doti di comunicatore, Disney fu precursore di una strategia di marketing che si dimostrò efficace, tant’è che ancora oggi continuano le collaborazioni tra il marchio Disney e grandi brand come ad esempio la Coca-Cola, quest’ultima partner sin dall’origine e con la quale condivide valori e obiettivi.
Disney, d’altronde, si è sempre distinto per la sua capacità di anticipare le tendenze anche nel campo del marketing, conscio del valore intangibile ma non per questo meno quantificabile, della sua impresa. Le capacità di marketing di Disney, dopotutto, sono alla base anche del grande successo dei prodotti in licensing, come vi abbiamo raccontato in un articolo.
…alla realtà
Dopo circa tre anni di intenso lavoro che coinvolse più di 3000 persone, tra cui Disney stesso, il 17 luglio 1955, Disneyland, l’attesissimo parco divertimenti, aprì i cancelli.
Sebbene fossero stati erogati 11.000 inviti, si presentarono ben 30.000 visitatori che riuscirono a entrare con biglietti falsi. Il sovraffollamento, il caldo torrido e alcuni problemi tecnici causarono alcune difficoltà: per questo motivo il giorno dell’inaugurazione è conosciuto anche come “Black Sunday”.
Nonostante le problematiche, Disneyland fu un enorme successo, richiamando visitatori di tutto il mondo. Il parco era composto di cinque aree tematiche:
- Main Street USA, una ricostruzione dell’omonima strada com’era negli anni Venti;
- Adventureland, un’area dove vivere avventure in una giungla tropicale;
- Fantasyland, un mondo totalmente immaginario, basato sulle storie classiche;
- Frontierland, un omaggio al vecchio West americano, con cowboy e saloon;
- Tomorrowland, uno scorcio sul futuro, con attrazioni come razzi spaziali;
Nel momento dell’apertura dei cancelli Walt Disney era nel suo appartamento privato, un luogo nascosto al pubblico in un edificio del parco, assieme ai Mousketeer, i bambini del club di Topolino. Una di loro ricorda ancora la sua reazione:
“Il giorno dell’apertura di Disneyland, eravamo nell’appartamento privato di Walt Disney sopra la Stazione dei Pompieri di Main Street, quando i cancelli del parco si aprirono per la prima volta. Ero in piedi accanto a lui alla finestra, guardando i visitatori affluire attraverso i cancelli. Quando ho guardato verso di lui, aveva le mani dietro la schiena, un sorriso da un orecchio all’altro. Potevo notare che aveva un nodo alla gola e una lacrima scendere lungo la guancia. Aveva realizzato il suo sogno.“
Walt Disney è riuscito così a trasformare il suo piccolo sogno in un grande sogno per tutta l’umanità, fatto di emozioni e di storie in grado di risuonare con tutti, dal 1955 ad oggi.
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