Due mesi di Expo: voci di corridoio

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MONDO DELLE MERAVIGLIE?
Dopo due mesi? Rivedere le priorità. Mi sembra che lo scopo di Expo 2015  (riflettere sulle risorse del nostro pianeta per riuscire a sfruttarle in maniera sostenibile) sia stato eclissato dalla bellezza e originalità delle architetture o dalle continue critiche agli elevati prezzi per gli assaggi. Siamo tutti attratti a pagare il biglietto per vedere il mondo delle meraviglie piuttosto che entrare in un padiglione e soffermarci a riflettere sui dati, sulle nostre azioni quotidiane e a confrontarle con quelle degli altri paesi.

CRISTINA ANTIGO
Rubrica: Arte in Pillole

CONTROVERSIA
A due mesi dall’inizio e dopo un’attesa molto discussa la parola chiave di questo Expo 2015 é, ancora una volta, “controversia”. A dispetto dei contenuti, i temi centrali dell’umanità e dello scambio economico-culturale, anche la forma viene messa in dubbio, criticato e definito dal giornalista d’arte Oliver Wainwright sul Guardian un “folle collage di tende ondulate, muri verdi e ammassi contorti”. Un’esposizione universale che, a dire della stampa, non é né una fiera, sebbene ne abbia le caratteristiche, né una mostra, anche se alcuni dei suoi padiglioni potrebbero tranquillamente far parte di una Biennale d’arte e architettura.”

GIORGIA DE LUCA
Rubrica: incontrArti

SINFONIA
La differenza che c’è tra un coro di voci che si intonano all’unisono e un vociare confuso e agitato è la stessa che c’è tra Expo e una qualsiasi altra manifestazione: EXPOMILANO2015 dirige voci uniche e distinte in una sola, grande sinfonia universale.

MARCO MAGGIO
Rubrica: Provox

INCONTRO
Ancora non ho avuto il piacere di visitare Expo ed astenendomi dal parlare di ciò che non è andato (dal discutibile “lavoro” offerto in forma di volontariato, ai ritardi, alle corruzioni, agli sprechi) vorrei dire quel che avrei voluto io fosse Expo: la rappresentazione dell’Italia, quella buona nei sapori e nei contenuti, in ogni suo regionalismo, accanto alle cucine e soprattutto culture alimentari degli altri Paesi, che noi italiani non sfiguriamo di certo, ma ci si può sempre confrontare ed arricchire. E provare. E sperimentare insieme.

Ecco, in una parola, quel che io vorrei fosse Expo è: incontro.
E, con tutti i “nonostante” del caso, a due mesi dalla sua apertura, credo siamo ancora in tempo per renderlo tale.

MARZIA CAVALLETTI
Rubrica: Ziocca loves tales

MACROMARCHIO
Expo 2015. Expo e cibo. Expo e ambiente. Expo e Pianeta Terra. Expo e sostenibilità. Expo e approccio alimentare. Expo e Mondo. Expo e culture. Expo e agricoltura. Expo e risorse. Expo e futuro. Expo e tradizione. Expo e natura. Expo e coltivazioni. Expo e tipicità.

Forse tutto questo esiste a livello ideale. Forse costituisce l’ispirazione embrionale.

Ma, a lavori terminati e trascorsi due mesi dall’apertura della tanto attesa esposizione universale, quello che mi sento di affermare è: Expo e Architettura.

E detto così, non è un bene né un male. Diventa bene se si pensa alla città di Milano, che vede ora al suo interno un patrimonio architettonico internazionale. O se si fa riferimento alla “cultura creativa” di architetti, designers ed ingegneri che, sparsi in tutto il mondo hanno sfornato capolavori e scalato montagne.
Diventa male si percepisce l’esposizione, che in cuor mio avevo sperato fosse concepita in scala micro e attenta prima di tutto alla qualità del piccolo e del non-conosciuto-ma-eccellente, come un manifesto dell’Involucro, della superficie, del macro e del marchio.

AGNESE ZANETTI
Rubrica: Sapore di Design

INIZIAMO DA QUI
Forse Expo ci sta cambiando. Forse questo mondo artificiale fatto di padiglioni, eventi e parate in festa, che sembra cosi distante dalle vere problematiche alimentari del mondo, è riuscito ad allargare la nostra prospettiva. Il pensare globale, il vivere locale, il profondo rispetto per ciò  che ci nutre. Senza troppo cercare, il cambiamento inizia da qui.

LUCIA BONAN
Rubrica: Una mela al giorno

EFFIMERA MAGIA
Puro inno ai viaggiatori e ai sognatori.
Effimero? Sì.
Magico? Pure.
Dimenticate l’esperienza pantagruelica per giungere all’ingresso e godetevi il connubio di culture. Ne vale la pena.

Rubrica: Noir, sex, rock ‘n roll

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