Essere cultori del Bello ed esperti di Tecnologia: questo il connubio che caratterizza le sfide quotidiane di progettisti, designer, creativi, architetti ed ingegneri.
La tecnologia e l’innovazione, da sole, non bastano più: la componente estetica è imprescindibile.
Il motivo è presto detto. Il progresso tecnologico è sempre più veloce, democratico e trasversale. Per riuscire a distinguersi deve forzatamente cambiare la visione del fare innovazione: design e tecnologia sono elementi legati dallo stesso fil rouge, insieme contribuiscono alla creazione di nuova cultura, nuove possibilità, nuovi scenari.
Lo aveva capito alla perfezione Steve Jobs, colui che ha decretato il successo di Apple a livello mondiale: Jobs deve gran parte della fama internazionale all’Italia, alla cultura del Bello e del Design italiano.
Fatto noto è che un momento cruciale della sua carriera è la partecipazione alla International Design Conference of Aspen, dove Jobs dichiarò di “venerare i designer italiani proprio come il bambino che è in Breaking Away venera i motociclisti italiani”. Incontrò e stimò personaggi come il designer Mario Bellini, il regista Bernardo Bertolucci, Susanna Agnelli, Giorgetto Giugiaro, Ettore Sottsass, solo per nominarne alcuni. Dagli italiani apprese i principi del design funzionale, che lui stesso definì fondamentale per la sua azienda e per lo sviluppo di tutti i prodotti Apple.
Dopo Apple, le grandi aziende appartenenti al settore tecnologico/elettronico hanno fatto passi da gigante: non esiste progettazione tecnologica senza componente estetica.
Solo per portare uno dei tanti esempi, all’IFA di Berlino la Philips ha presentato un prototipo di televisore dotato di proiettori capaci di estendere l’immagine oltre lo schermo, in modo da creare un’esperienza visiva sempre più coinvolgente.
Esemplare è anche il marchio Tivoli Audio che si distingue in modo magistrale nel mercato della Radio: gli oggetti che crea sono sempre più innovativi e intrisi di funzionalità e tecnologia, ma allo stesso tempo seguono un design di alto valore estetico, capace di reinterpretare i modelli di radio di un tempo in modo contemporaneo ed essenziale.
Da sottolineare è la componente emozionale che oggetti come quelli sopra descritti riescono a comunicare. Se i prodotti Apple fanno da capostipite nella creazione di un vero e proprio amore per una filosofia di brand, anche l’esperienza della televisione Philips mira all’emozione e alla percezione soggettiva, così come le radio Tivoli portano con sé un forte legame alla tradizione e all’artigianalità del “fatto a regola d’arte”.
La componente emozionale è capace di fare la differenza nell’universo materiale sterminato e saturo dell’epoca contemporanea.
Lo sa bene un’azienda come Maikii, che con il suo brand Tribe è stata capace di associare a “semplici” accessori elettronici, quali chiavette USB e power bank, un valore altro: mondi narrativi, personaggi fantastici, storie e immaginazione, sono entrati a far parte dell’oggetto, e quindi della vita, professionale e non, delle persone che li utilizzano.
Prendi il meglio che esiste e miglioralo. Se non esiste, crealo.
Henry Royce (imprenditore)
Agnese Zanetti | Gushmag Network