Perché i Simpson continuano ad avere così tanto successo?

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the simpsons family sofa
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Il 25 settembre 2016 è iniziata in USA la 28esima stagione dello show tv Fox The Simpsons. La famiglia più disfunzionale d’America, infatti, è arrivata in TV con uno show proprio nel 1989, dopo qualche apparizione nel Tracey Ullman Show a partire dal 1987. La creatura di Matt Groening dopo quasi trent’anni è ancora un successo continuo e immutato, tale da avere pervaso la cultura popolare, ma non solo. Ecco qualche data fact sui Simpson:

  • Time Magazine ha intitolato i Simpson il migliore show televisivo del 20esimo secolo
  • I Simpson hanno vinto decine di premi, compresi 31 Emmy Awards
  • Lo show è trasmesso e visto in 60 paesi, attirando l’attenzione di milioni di telespettatori in tutto il mondo
  • In un recente sondaggio in Gran Bretagna, i Simpson sono stati votati come più popolari della famiglia reale
  • Ad aiutare a portare i personaggi in vita lavorano 200 animatori, 30 scrittori e 35 tecnici
  • A partire dal suo debutto il 17 dicembre del 1989, la serie ha trasmesso 597 episodi: i Simpson sono la serie TV più lunga di tutta la storia della TV americana.

the simpsons tv series cast

Ma i Simpson sono ben di più dei numeri e dei successi che la rappresentano, perché dietro a tutto questo ci sono delle ragioni molto profonde, che siamo riusciti ad estrarre leggendo parecchio materiale informativo nel web (e non solo). Quali sono le ragioni, quindi, per cui i Simpson hanno avuto così tanto successo?

Ragione #1: Elevare a uno status culturale il cartone animato

Il cartone animato, prima dei Simpson, era considerato un elemento della cultura pop frivolo, leggero e ironico. Dal 1989 in poi i Simpson diventarono l’esempio di un nuovo modo di fare serie TV, e grazie al formato di cartoon potevano facilmente entrare nelle case delle persone.

D’altronde, lo dice anche Homer Simpson in una conversazione con sua moglie: “Marge, i cartoni non hanno nessun significato profondo. Sono solo stupidi disegni che vogliono fare ridere”.

Ragione #2: Rompere i tabù e riuscire a fare ironia su ogni cosa

I Simpson sono riusciti a fare ironia su qualunque cosa: dalle elezioni presidenziali a fatti di attualità di ogni tipo. E hanno fatto ironia persino sulla Fox, il network televisivo che trasmette i Simpson in USA. È raro che uno show televisivo possa guadagnarsi tale libertà di espressione nei confronti del proprio committente. Ma questo è proprio il motivo per cui i Simpson possono rompere qualsiasi tabù: per il fatto di averci provato, meritano il rispetto e le risate di chiunque venga preso in giro. E niente è fuori limite.

Ragione #3: essere così dentro la cultura popolare da modificare il linguaggio

L’Oxford English Dictionary nel 2007 ha inserito la parola “D’oh!” all’interno dei suoi lemmi, definendola: “espressione di frustrazione dopo la realizzazione che le cose sono andate storte o diversamente da quanto pianificato, oppure dopo una persona ha detto o fatto qualcosa di sciocco”. L’esclamazione più celebre di Homer Simpson, infatti, è entrata non solo nella cultura popolare ma ha modificato il linguaggio con cui parliamo ogni giorno. Altre espressioni? Beh, certo: quante volte avete detto “ciucciati il calzino!”? 🙂

Homer Simpson D'oh!

Ragione #4: la stereotipicità dei personaggi

La ragione più forte per cui i Simpson hanno avuto successo (e continuano ad averne) è forse la stereotipicità dei personaggi e la loro immutabilità. Conseguentemente da questi elementi, poi, i personaggi semplicemente non possono non piacere a quasi tutti. Secondo lo stesso Matt Groening, “Homer, per quanto sia un pessimo padre, marito e anche una brutta persona, alla fine piace a tutti”.

Ma è la stereotipicità la cosa più forte: Homer è il padre di famiglia un po’ fuori dal mondo, Marge è la moglie che fa tutto e soffre sempre, Bart è l’irriverente ragazzino di dieci anni che ne combina di tutti i colori, Lisa è la tipica secchiona di 9 anni, mentre Maggie è una neonata con il ciuccio sempre in bocca.

Ed eccola formata: una tipica famiglia disfunzionale del ceto medio di una città qualsiasi degli Stati Uniti d’America (in USA esistono così tante città chiamate Springfield che non è ben collocata in un preciso stato).

Ragione #5 La bravura dei doppiatori che portano in vita i personaggi

Sono gli attori chef anno le voci dei personaggi che creano una storia e una psicologia per loro: sono loro, cioè, a creare davvero il personaggio. Dan Castellanata, il doppiatore di Homer, ha iniziato a sviluppare la celebre voce di Homer ancora studiando i disegni preparatori allo show tv. Ancora prima di parlare, racconta Castellanata, il suo QI è diminuito di circa 70 punti. “È come essere un ragazzino di 9 o 10 anni nel corpo di un adulto che cerca di farsi una ragione del fatto che adesso è un adulto”.

Ma la bravura di questi personaggi è ben superiore: Dan Castellata, infatti, non fa solo la voce di Homer, ma anche di Krusty il Clown e Barney. E così anche Hank Azaria, il cui personaggio più difficile è probabilmente Apu: “inizi da uno stereotipo, e poi levi uno strato alla volta della persona finché non trovi cosa c’è davvero al suo interno”.

Ragione #6 L’abilità degli sceneggiatori nel rendere umano un cartone animato stereotipato

La stereotipicità dei personaggi dei Simpson è qualcosa da cui partono anche gli sceneggiatori del cartone animato: il loro lavoro, infatti, è parodiare proprio gli stereotipi cercando nel frattempo l’umanità. Gli sceneggiatori passano mesi interi in un unico episodio, e fanno decine di rework della stessa battuta fino a che non trovano le parole che spingono le leve più giuste per interessare le persone.

Il potenziale narrativo del contesto dei Simpson, poi, è infinito: si è creato negli anni un vero e proprio mondo su cui gli scrittori possono costruire situazioni di tutti i tipi usando come limite solo la loro immaginazione.

The Simpsons USB

Ragione #7 Avere uno scopo profondo per entrare nella vita delle persone

Uno show come i Simpson può avere uno scopo? Sì, ed è anche bello profondo: secondo il produttore esecutivo George Mayer lo scopo dei Simpson è “fare in modo che le persone mettano in discussione il proprio mondo, e più nello specifico le figure autoritarie del proprio mondo.”

Ed è giusto che una cosa del genere la faccia un cartone animato, che si addentra più morbidamente nella piega delle vite delle persone, facendole ridere ma nel contempo lasciando una riflessione su cui ragionare. Se queste tecniche venissero usate in uno show con delle persone reali, dice Mayer, “metterebbero in crisi gli spettatori”.


Ah, c’è un altro data fact importante sui Simpson: avevamo parlato di telespettatori, ma non di fan. Chi segue i Simpson spesso è davvero fanatico, a tal punto da avere una sete inarrestabile per qualsiasi gadget che abbia a che fare con i suoi personaggi e altre cose. E questi fan spendono ogni anno milioni di dollari in collectible e altri gadget.

Una delle storiche licenze di Tribe è proprio quella dei Simpson, che quest’anno più che mai celebra i suoi personaggi con le chiavette USB di Bart, Homer, Marge, Lisa, Krusty, Milhouse e tanti altri!

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