Tech you can’t live without

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vanG
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Per chi non masticasse l’inglese il titolo recita “la tecnologia senza cui non potresti vivere”.
Questo inciso linguistico non per farvi notare che sto seguendo un corso d’inglese, ma perché vorrei soffermarmi sulla potenza dell’espressione e del suo significato.
So che molti lettori non ne condivideranno immediatamente il senso, ma invito loro (ancor più dei meno scettici) a continuare la lettura e trarre le conclusioni alla fine.
Che lo ammettiamo o no, siamo dipendenti da alcuni strumenti tecnologici.

L’altra settimana sono stato ad un meeting. Molti dei presenti prendevano appunti e facevano foto con il computer/tablet/smartphone seguendo ciò che dicevano i guru della situazione in onda sul grande schermo dell’aula. Dopo nemmeno mezz’ora un ragazzo si alza per andare a sedersi per terra, a mezzo metro dal muro sotto il megaschermo. La mia perplessità è stata forte, ma subito ho capito: era a corto di batteria dello smartphone.

Vedere un ragazzo che sta seguendo un corso importante ed interessante, comodamente seduto sulla sua sedia con il tavolino per il pc, alzarsi per ricaricare il suo smartphone alla presa della corrente e sedendosi sul pavimento con la faccia letteralmente al muro mi ha dato da pensare.
D’altronde, uno smartphone scarico preclude importanti necessità, tra cui: avvisare sull’orario di rientro e sull’organizzazione della giornata, non poter rispondere alle e-mail, talvolta anche non lavorare visto che sempre più lo smartphone è anche strumento professionale. E preclude anche alcuni piaceri, come quello di ascoltare la musica.

Per fortuna, in questo caso la tecnologia ci viene in aiuto e io l’ho scoperto grazie ad una ragazza (è storicamente provato che le ragazze sono sempre le più organizzate), seduta 3 posti alla mia sinistra, che twitta in maniera compulsiva dal suo smartphone come se potesse contare su una batteria inesauribile.

HelloKitty-CollezioneIntera

Il suo smartphone infatti è collegato ad una delle genialate che vedete qui sopra -il suo è il primo da sinistra-. Queste banche di energia sono ciò che ha confermato il pensiero che mi ero fatto vedendo il ragazzo: NON POSSIAMO VIVERE SENZA LO SMARTPHONE.

L’evoluzione, da che mondo è mondo, fa il resto: c’è chi rimarrà a fissare un muro per caricare il suo smartphone e chi agilmente utilizzerà un power bank, che poi sia di Hello Kitty, dei The Simpsons, o in tema Expo, quello è un gusto personale, ma che rende uno strumento necessario anche carino e divertente.

HelloKitty_Princess_Smartphone

A pensarci bene, e con questo chiudo, un power bank è anche uno strumento “sanitario”: infatti oltre a mantenere vivo lo smartphone, dona serenità e diminuisce lo stress. A me ha anche permesso di conoscere la famosa signorina Hello Kitty, che, con una pronuncia inglese invidiabile, mi ha detto che l’aveva acquistato online nello store Maiworld…Incantato.

 


 

Mirco Aldovrandi
Gushmagger | Rubrica Passaparola30

 


 

 

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