Toy Story. Da 20 anni una Leggenda.

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Era il 22 marzo 1996 quando Toy Story uscì nelle sale italiane e oggi come allora rappresenta un pilastro portante della storia della computer grafica, oltre che dell’immaginario ludico di adulti e bambini.

Come vi abbiamo raccontato in un recentissimo articolo, il film d’animazione statunitense della Pixar è il primo ad essere realizzato completamente in computer grafica, con la direzione di John Lasseter e la distribuzione della Walt Disney Pictures.

Come se non bastasse, nel 2007 l’American Film Institute ha inserito Toy Story al 91° posto della classifica dei 100 migliori film statunitensi. Vi sembra poco? Se pensiamo che in classifica ci sono grandi classici come “Il Padrino” (3° posto), “Via col vento” (4° posto) o “Guerre Stellari” (15° posto), si desume che la sola presenza è più che meritevole.

Rinfreschiamoci un po’ la memoria. Di cosa parla il primo episodio “Toy Story – Il mondo dei giocattoli”?

Ci troviamo all’interno della stanza del bambino Andy ed è qui che avviene la magia: i giocattoli, mentre il ragazzino non è a casa, prendono vita. A guidare la ciurma ci pensa Woody il cowboy, il gioco preferito di Andy. Gli equilibri vengono rotti in seguito alla festa di compleanno del bambino, poiché egli riceve un giocattolo nuovo e moderno: lo space ranger Buzz Lightyear, che spiazza, stupisce e fa innamorare i “vecchi” giocattoli, molto più tradizionale. Woody e Buzz devono convivere e cominciare ad andare d’accordo, nonostante la notevole differenza caratteriale: Buzz piace a tutti e si crede un vero ranger! L’intera ciurma di giocattoli si troverà ad affrontare il temuto evento: il trasloco. La paura è quella di essere persi…

Lo sforzo tecnologico che sta dietro a Toy Story ha davvero dell’incredibile: il lavoro di tutto il team è memorabile per la storia del cinema e della computer grafica e ha avuto l’appoggio di tutto il mondo del cinema, in primis si ricordi George Lucas. L’opera è sin da subito destinata a cambiare non solo il modo in cui si fa animazione, ma anche le storie che si raccontano.

È con Toy Story che la Pixar comincia il lento distacco dall’animazione tradizionale: il lungometraggio del 1996 (in realtà è uscito l’anno prima negli USA):

  • la macchina da presa virtuale è puntata su un microverso
  • cambia radicalmente il ruolo della commedia, che guadagna dignità e rispetto
  • il target non è più solo infantile
  • contiene in nuce tutto ciò che verrà: in particolare i viaggi impossibili di piccole creature attraverso spazi immensi, superando ostacoli improbabili.

I personaggi principali li ho già nominati:

  • Woody il cowboy, nel film doppiato da Tom Hanks (in italiano Fabrizio Frizzi), è il giocattolo che Andy preferisce. Per questo gode del rispetto di tutti gli altri e di una posizione speciale sul letto.
    Tribe ha da poco trasformato il cowboy in una chiavetta USB, incredibilmente somigliante al personaggio originale!
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  • Buzz Lightyaer, lo space ranger, ossia un eroe dello spazio dotato di accessori vari, tra ci la voce elettronica, ali a scomparsa e un finto laser nel braccio.
    Molti lo ricordano per la sua famosissima frase: “Verso l’infinito e oltre!”
    Anche Buzz è ora una perfetta chiavetta USB!
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Poi ci sono:

  • Mr Potato, una testa a forma di patata da cui si possono staccare tutti i componenti della faccia
  • Rex, un dinosauro verde buffo e pauroso
  • Slinky Dog, un cane bassotto con una molla al posto del busto
  • Hamm, un salvadanaio a forma di porcellino
  • Bo Peep, una bambola pastorella, nonché amata di Woody
  • Sarge, il comandante di un esercito di soldatini.
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Vien voglia di riguardare Toy Story, magari pensando a tutto il geniale lavoro che cela!


Agnese Zanetti | Gushmag Network

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